I nuraghi della Sardegna, di cui Su Nuraxi è un esempio, sono il meglio di quanto mai costruito a scopo difensivo considerando i materiali e le tecniche disponibili nella preistoria. Nell’età del bronzo (1500-800 a.C.), in Sardegna si sviluppano i “Nuraghi”, costruzioni a forma di cono tronco, in pietra, con camere interne. Alcuni, come il sito di Barumini, la cui torre centrale risale circa al II millennio a.C., circondati da recinti costituiti da torri collegate da grandi mura. Intorno alle difese, villaggi di piccole case a pianta circolare. Le strutture centrali vengono erette da singole famiglie o da gruppi, per difendersi dalle incursioni cartaginesi: infatti, i più grandi insediamenti nuragici si trovano in quell’area costiera, o sulla vasta pianura sulle coste situate ad est (come nel caso di Su Nuraxi), più vulnerabili agli attacchi dal mare. I nuraghi diventano sia centri di difesa che piccoli insediamenti urbani, comunità autosufficienti con allevamenti, coltivazioni e artigianato. Nel VII secolo a.C., Su Nuraxi viene saccheggiata dai Cartaginesi e le opere di difesa cadono. Rimane l’insediamento, ricostruito con stile diverso: pietre più piccole e più stanze, anche esse di minori dimensioni. Con la conquista romana dell’isola nel II secolo a.C., la maggior parte dei nuraghi vengono abbandonati, anche se scavi recenti hanno trovato traccia di abitanti fino al III secolo d.C..